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Come si è trasformato il verde nelle città nell’ultimo decennio

Nei capoluoghi italiani le aree verdi pubbliche sono aumentate del 5,7% dal 2011 al 2021, mostrando notevoli differenze tra i singoli comuni.

9/01/2024

Nei capoluoghi italiani le aree verdi pubbliche  sono aumentate del 5,7% dal 2011 al 2021, mostrando notevoli differenze tra i singoli comuni. Un fenomeno che merita di essere studiato in modo più approfondito, in particolare considerando l'espansione edilizia che si è verificata nelle città durante lo stesso periodo.

Gli spazi verdi nelle città non rappresentano solo fonti essenziali di benessere fisico e mentale per i cittadini, ma sono anche un fattore importante nel promuovere un ambiente urbano sostenibile e resiliente. Per i suoi vari benefici e significati, il verde delle città è oggetto di continue analisi, come quelle effettuate da Openpolis a partire da dati Istat, che permettono di approfondire diversi aspetti del rapporto tra spazi urbani, persone e ambiente.

Il rapporto registra un fattore positivo: dal 2011 si è registrato un aumento medio del 5,7% del verde fruibile (aree verdi gestite dagli enti pubblici e accessibili ai cittadini, come parchi urbani, spazi verdi storici, giardini pubblici e altri luoghi verdi), con notevoli differenze, però, tra i singoli comuni, fatto che merita uno sguardo approfondito. 

L’espansione edilizia in Italia 

Dall'inizio del XXI secolo, la popolazione delle città italiane ha ripreso a crescere. Questa tendenza, tuttavia, si scontra con una diminuzione demografica prevista  in 4 comuni su 5 entro dieci anni. Come raccontano le proiezioni demografiche Istat al 2021, la popolazione residente italiana è in costante diminuzione, e dovrebbe passare secondo le stime da 59,2 milioni a 57,9 milioni nel 2030, fino a 47,7 milioni nel 2070. Le aree interne, caratterizzate dalla distanza fisica dai servizi essenziali, saranno particolarmente colpite, con una diminuzione della popolazione del 9,1%. Le città di dimensioni intermedie subiranno un calo demografico dell'1,9%, mentre le città e le aree densamente popolate vedranno una diminuzione dell’1,8% tra il 2021 e il 2031.

I flussi di spostamento, incremento e decremento demografico nei comuni italiani possono influire significativamente sul verde urbano, aumentando rischi come il sovraffollamento, la conservazione o il degrado.

Per questo è interessante osservare, nell'ambito degli indicatori per le politiche urbane, un importante parametro per valutare l'espansione delle città utilizzando i dati del censimento 2011. Con “indice di espansione edilizia” è indicato il rapporto percentuale tra il numero di abitazioni occupate costruite nei nuclei abitati nell'ultimo decennio e quelle costruite nel decennio precedente. La dimensione della città negli anni 2000 è aumentata con l'aumento del livello di questo indicatore, che deve essere però letto con attenzione, poiché è influenzato da ciò che è stato costruito nel decennio immediatamente precedente. 

Adottando questa prospettiva d’analisi, l'indice di espansione edilizia di Roma è del 5,7%, seguito da Bologna (4,1%) e Milano (3,9%). Si tratta anche dei luoghi in cui negli ultimi anni è aumentata maggiormente la popolazione, con in testa la capitale che ha registrato il tasso di crescita della popolazione più alto negli anni 2000 (+2,8% tra 2001 e 2011) mentre i residenti di Milano, dopo aver subito una diminuzione del -1,1% nel 2000, sono aumentati di quasi l'11% rispetto al 2011. Dal 2001, infine, Bologna è stata l'unica grande città ad avere un aumento demografico superiore al 5%.

Viceversa, Catania, Palermo e Genova erano alle ultime posizioni per l'indice di espansione edilizia rilevato dal censimento, entrambe con un 1,1%. Tra 2001 e 2020, la loro popolazione è diminuita di oltre il 4%.

L’andamento del verde nelle città 

Nel corso degli ultimi dieci anni, il verde pubblico dei capoluoghi è aumentato in media del 5,7%, tuttavia, oltre questo dato medio, emerge una situazione complessa in cui non sempre è evidente una relazione chiara tra l'espansione del verde pubblico e la crescita demografica. 

Tra le città che hanno visto un aumento della popolazione superiore al 5% dal 2011 (Parma, Milano, Prato, Latina, Rimini, Roma, Lecce, Bologna e Reggio Emilia) la maggior parte ha avuto una crescita del verde fruibile inferiore alla media nazionale, a parte Milano, Rimini e Bologna. I metri quadri di verde fruibile a Milano sono aumentati del 15,2% dal 2011 al 2021, mentre il verde a Parma è cresciuto meno della media nazionale (+2,61%). Tuttavia, è importante tenere conto del contesto: nel 2021, la superficie verde fruibile a Milano era di 119 metri quadri per residente sotto i 18 anni, mentre a Parma era di 229,5 metri quadri, tra le più elevate in Italia.

Analizzare e correlare la vasta gamma di dati sul verde urbano è importante per il ruolo poliedrico di questo ambito. Dal punto di vista ecologico, agisce come regolatore, mitigando gli impatti negativi delle attività umane, migliorando il microclima e favorendo la biodiversità. Svolge anche una funzione protettiva in aree naturali a rischio, rendendole più sicure. Socialmente e ricreativamente, offre spazi per il contatto con la natura e momenti di tranquillità. Genera occupazione per la progettazione e la cura degli spazi verdi, mentre i giardini storici e i parchi botanici sottolineano la sua importanza culturale. Dal punto di vista estetico e architettonico, arricchisce l'aspetto delle città e contribuisce all'arredo urbano, bilanciando visivamente l'uomo con l'ambiente. Investire nella promozione e cura degli spazi verdi pubblici è cruciale per il benessere collettivo e la coesione sociale, rappresentando un imperativo per un futuro sostenibile e resiliente delle città.

Per approfondire l’analisi su verde fruibile elaborata da Openpolis su dati Istat: https://www.openpolis.it/cosa/verde-pubblico/  

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